Nei primi giorni di agosto del 1982, l'undicenne Nick Christides stava facendo surf nell'Oceano Indiano, davanti ad una spiaggia delle isole Cocos, quando fu portato via dai marosi.
Per quattro giorni galleggiò alla deriva in acque infestate dagli squali mentre imbarcazioni e aerei lo cercavano invano.
Per fortuna Nick trovò un amico: un delfino che gli stette vicino fin dall'inizio della sua avventura e lo difese dai pericoli.
Il delfino rimase al suo fianco rintuzzando gli attacchi degli squali e facendo in modo che il bambino non perdesse le forze ed andasse a fondo.
Alla fine fu avvistato da un aereo e tratto in salvo.
Suo padre disse ai giornalisti: "Il delfino non l'ha mai abbandonato un attimo: o nuotava al suo fianco oppure gli girava intorno. Deve aver capito che Nick era in difficoltà e veniva spinto sempre più in alto mare dalla corrente".
Il 28 agosto del 2000 un ragazzo di 14 anni, caduto in mare mentre con il padre era su una barca al largo di Manfredonia, è stato salvato da un delfino che da anni vive in quello specchio d'acqua, conosciuto da tutti con il nome di Filippo.
"Io e mio padre eravamo usciti con una piccola barca -ha raccontato il ragazzo- quando mi sono appeso alla scaletta per bagnarmi, a causa del mare mosso e della velocità della barca sono caduto". Il ragazzo, che come il padre non sa nuotare, racconta di essersi improvvisamente sentito spingere verso la superficie. "Quando ho capito che era Filippo - continua - mi sono aggrappato a lui".
Il delfino, secondo il racconto del ragazzo, lo ha sospinto sino alla barca ormai lontana dove il padre ha aiutato il figlio a risalire. I due sono poi tornati a riva ed hanno raccontato l'accaduto ai famigliari che erano sulla spiaggia, prima di riprendere il largo per cercare Filippo e ringraziarlo ma il mammifero non si è fatto più vedere.
Il 6 agosto 2004 Filippo è stato trovato morto nelle acque antistanti il porto di Manfredonia e dopo due anni emerge la verita': dai risultati degli esami autoptici effettuati si rileva che Filippo è morto a causa dell’esplosione di un ordigno artigianale in uso nella pesca di frodo. Auguro al Comitato per la Tutela del Delfino Filippo ed al Gruppo attivo WWF Italia di riuscire a proteggere almeno Andrea, l'altro delfino di Manfredonia.
Nel novembre 2004, in Nuova Zelanda, un bagnino si allenava nel nuoto con la figlia quindicenne e due sue amiche a 100 metri dalla riva a Ocean Beach, sulla costa nord-est, quando un branco di sette delfini li ha circondati costringendoli a radunarsi, tracciando attorno a loro cerchi sempre più stretti. Quando il bagnino, di nome Rob Howes, ha cercato di allontanarsi dal gruppo, due dei delfini più grandi lo hanno respinto indietro. L'uomo ha quindi capito perche': uno squalo bianco di tre metri si stava dirigendo verso di loro a circa due metri di profondita'.
''Sono rimasto impietrito'', ha detto Howes all'agenzia di stampa neozelandese Nzpa, ''era ad appena due metri da me. L'acqua era cristallina e lo squalo era chiaro come il naso sulla mia faccia. Allora ho capito che i delfini avevano formato una barriera di protezione attorno a noi''.
Un altro bagnino, Matt Fleet, era in ricognizione in un gommone di salvataggio quando ha notato l'inconsueto comportamento dei delfini. Quando si è tuffato per raggiungere il gruppo, ha visto lo squalo ed ha raggiunto gli altri dietro la 'barriera'. I delfini hanno continuato a circondare i cinque per circa 40 minuti, continuando a battere con la coda sulla superficie dell'acqua, prima di permettere che tornassero a riva. Solo allora i due bagnini hanno rivelato alle ragazze la presenza dello squalo.
Secondo la studiosa di mammiferi marini Rochelle Constantine, dell'università di Auckland, i delfini sono sempre all'erta in presenza di squali, e la loro reazione altruistica è normale. ''Amano aiutare gli indifesi'', ha detto, ''battere la coda sull'acqua è la loro maniera di comunicare e potrebbe essere stata una funzione di gruppo per mantenere la barriera protettiva''.
Un'altra esperta di mammiferi marini, Olga Visser del gruppo ambientalista Orca Research, ha detto che vi sono stati diversi casi nel mondo di delfini che hanno protetto dei nuotatori. ''Devono aver percepito che quei quattro erano in pericolo e sono intervenuti per proteggerli. E comunque, non è raro che i delfini attacchino gli squali per proteggere se stessi e la prole''.