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Persone, tecnologie e business tra presente e futuro.

La sfida di essere CIO

Premessa

Quando mi è stata offerta la possibilità di lavorare come CIO di una azienda di medie dimensioni ho iniziato a fare delle riflessioni che, nel tempo, si sono strutturate secondo l'esperienza che stavo maturando e che ora vorrei condividere. Cercherò anche di raccontare alcuni aspetti del mio lavoro così che possiate capire il background nel quale alcune decisioni sono nate ed avanzarmi le vostre critiche. Non credo di essere un esperto di come si fa il Direttore Tecnologico, sono una persona che sta facendo questa esperienza ed inizia ad avere un'opinione su cosa riserva il domani.

Informatizzare l'azienda

L'inserimento dell'IT all'interno dell'azienda è avvenuto in due fasi: inizialmente abbiamo completato la meccanizzazione dei processi esistenti in bassa penetrazione per poi attuare il ripensamento integrale dei processi in vista di un'alta penetrazione graduale.

Ho incontrato le resistenze maggiori rapportandomi al management che faticava a comprendere come le tecnologie dell'informazione potessero permettere di tradurre le conoscenze aziendali in vantaggio competitivo. Mancava l'integrazione tra le mie mansioni e le direttive aziendali necessarie a gestire l'IT in base alle priorità manageriali così spesso è stato necessario iniziare realizzando delle anteprime completamente funzionanti delle potenziali tecnologie da inserire; procedevo poi all'analisi del feedback ed alla conseguente modifica dei piani di sviluppo. Lo scopo precipuo era far comprendere il mio ruolo: facilitare le attività chiave dell'azienda attraverso l'uso di tecnologie adeguate a raggiungere i risultati di business.

Il ruolo del CIO ed il rapporto con il management: costi e benefici dell'IT

Inizialmente, in realtà, il mio compito era mantenere un'infrastruttura IT competitiva, minimizzandone vulnerabilità e rischi, ed eliminare gli sprechi. Questo comportamento si traduceva, non solo nel budget, in una gestione difensiva: evitare di sperimentare nuove tecnologie ed acquisire solo quelle necessarie e ben consolidate.

Il contributo del software libero in questa fase è stato fondamentale: potevamo provare diverse soluzioni, con costi molto contenuti, fino a trovare quella più vicina alle nostre esigenze e poi modificarla personalizzandola quanto necessario. Grazie anche a GNU/Linux la situazione si è evoluta velocemente ed il software open source si è rivelato spesso la scelta vincente non solo per il basso costo di start-up ma soprattutto per le esigue richieste economiche necessarie alla manutenzione ed all'ampliamento delle infrastrutture.

Per contestare la convinzione che la telematica fosse solo una comodità si è reso necessario inserire l'IT all'interno dei processi di business così da renderla fonte di opportunità per il management, integrandola con strategie, modelli e processi aziendali, rendendoli inscindibili. Un'operazione simile ha portato velocemente i primi frutti: la percezione delle risorse tecnologiche si è trasformata e l'IT ha assunto una nuova connotazione: da spesa necessaria a valore aggiunto, generatore di profitti poiché un'IT simbiotica ai processi decisionali diventa parte integrante del core business aziendale.

L'IT è ora percepita come una componente strategica del business e le sue leve fondamentali, know-how, competenze e tecnologia, vengono gestite all'interno ed investendo nel capitale umano: riqualificazione e formazione continua del personale disponibile e, per rafforzarsi in alcune aree strategiche, assunzioni selettive.

Il ruolo del CIO somiglia un po' a quello di consulente del direttore generale perché oltre alla componente tecnologica bisogna saper gestire il sourcing, l'organizzazione ed il governo così da portare l'IT a rispondere rapidamente alle esigenze del business. Bisogna supportare la gestione dei clienti e dei partner, definire degli standard tecnologici omogenei per tutta l'azienda che consentano di abbattere i costi con conseguente miglioramento dell'utile d'esercizio e soprattutto valutare le nuove soluzioni non più solo sotto il profilo tecnico ma sulla base del valore che possono portare ai sistemi informativi l'approccio ed i metodi che queste sottendono.

La Telematica Aziendale di domani

L'innovazione tecnologica continuerà ad essere legata alla produzione, favorirà la riduzione dei costi e gli adeguamenti di mercato e le aziende, per essere competitive, dovranno saper scegliere gli strumenti tecnologici più idonei ai loro scopi: migliorare il modo in cui svolgono le proprie attività ed implementare percorsi nuovi nei quali i concorrenti ancora non sono presenti. Oggi che di tecnologia ce n'è in abbondanza diventa determinante l'utilizzo che se ne fa ed il CIO deve saper contribuire alle strategie aziendali, essere presente nella vita quotidiana dell'impresa, considerare l'intera catena del valore cercando di capire di cosa la sua organizzazione ha bisogno, così da poter fornire gli strumenti più idonei a far crescere, mantenere forte e consistente il valore dell'azienda e collegare quest'ultima al resto dell'ecosistema.

I vantaggi competitivi dipenderanno sempre più dalla capacità di fornire tecnologie aperte e flessibili; dopo l'avvento dei mainframe, del paradigma client-server e di Internet, oggi stiamo assistendo alla quarta fase dell'era dell'informazione: la fusione tra business e tecnologia con l'introduzione delle architetture service-oriented e l'uso dei Web Services che stanno trasformando il web da piattaforma informativa ad elaborativa, una infrastruttura programmabile che fornisce alla direzione dell'azienda tutti e soli i dati di cui hanno bisogno per prendere le migliori decisioni.

Questo é molto più facile utilizzando tecnologie aperte, integrate e flessibili, che possano essere adattate velocemente alle mutevoli priorità di business ed è questa una nuova sfida, non solo per chi crede fortemente nei vantaggi che il software libero porta alle aziende. Bisogna saper prendere impegni precisi sui risultati di business, essere parte degli obiettivi aziendali e dimostrare il valore che si trae dai progetti realizzati da tutto il management con il supporto tecnico dell'IT: un progetto omogeneo, basato su tecnologie libere e supportato da ogni ramo dell'azienda, può resistere meglio ad imprevisti e problemi inaspettati e portare i benefici per cui viene implementato.

Il CIO deve sapersi adeguare: se già in passato non si poteva più trattare l'ICT solo come una questione infrastrutturale, oggi va considerato un supporto fondamentale alla creatività affinché il ritorno degli investimenti non sia, appunto, solo una comodità marginale ma il principale mezzo con il quale raccogliere e gestire i dati per esplorare l’evoluzione di nuovi modelli di business e la conoscenza predittiva dei clienti.

La gestione delle risorse umane: considerazioni personali.

Un'ultima parentesi va aperta nel campo delle risorse umane: ho imparato come il rapporto otia/negotia sia un paradosso da tenere in attenta considerazione. Negotia significa affari, lavoro: quello che conta sono i negotia, il business, ma le idee nuove, la risorsa più preziosa, vengono fuori durante gli otia, i giochi, il relax. Ben lo sa una realtà che ho avuto modo di analizzare con molta attenzione, Google, e ben lo sapevano i romani che, per quanto operosi e battaglieri, consideravano gli otia occupazioni da signori, da intellettuali, da classe dirigente ed i negotia cosa da schiavi, tutt'al più da liberti.

Si acquisisce con il tempo la consapevolezza che l'enorme impegno necessario per far bene questo lavoro può essere affrontato quando vi si è appassionati, come ad un hobby, così che sia sempre divertente, stimolante oltre ogni aspettativa. In pratica bisogna giocare a fare il lavoro che ci piace. E tutto il reparto deve essere unito: sia chi lavora stabilmente che i collaboratori devono avere voglia di stare al gioco, accettarne le regole, gli spazi ed i tempi, e competere.

Essere CIO assume così un significato nuovo: mettere in gioco se stessi per far crescere l'azienda.

Joram Marino - Luglio 2005